Un soffio leggero - Marina Lizzi |
Ho scritto un libro che parla di #suicidio
L'ho fatto perché credo che sia un mostro di cui tutti hanno paura ma nessuno ne parla.
L'ho fatto perché so che ha sfiorato la mente di molte più persone di quante non siano disposte ad ammetterlo.
L'ho fatto perché credo nella vita e credo anche nel dolore che alcune volte soffoca la voglia di viverla.
L'ho fatto perché prego e spero che sempre più persone si accorgano di questo mostro e abbiano la forza di parlarne e di scappare lontanissime dalle sue mani gelide.
L'ho fatto.
L'ho scritto.
È qui di fronte a voi, perché non esiste solo l'azzurro delle emozioni gioiose, e davanti a una percentuale così alta di giovani che si tolgono la vita, forse sarebbe il caso di provare a capire quel buio invece che fare finta che non esista.
Questo libro è per LORO.
Per tutti quelli che sono saliti sulla ringhiera di un balcone, sul cavalcavia di un'autostrada, sul davanzale di una finestra e, guardando giù, hanno sentito qualcosa che li chiamava, un mostro buio alle spalle che li spingeva.
Per chi è saltato giù, e anche per chi non lo ha fatto.
Per tutti quelli che hanno guardato il treno arrivare e fatto un passo oltre la linea gialla con il freddo nella pancia e nella mente e la voglia di credere che, dopo quel passo, tutto sarebbe finito... soprattutto il dolore.
Per chi quel passo l'ha compiuto in avanti e anche per chi, invece, per fortuna lo ha fatto indietro.
Per tutti quelli che hanno acquistato una corda da legare a un albero o ad una trave del soffitto.
Per chi ha mollato la presa con il mondo e anche per chi invece ha slegato la corda tremando di paura.
Per tutti quelli che hanno creduto che l'oblio dopo aver ingoiato decine di pillole sarebbe servito a smettere di soffrire.
Per chi le ha inghiottite e si è addormentato per sempre e anche per chi le ha buttate tutte nel cesso.
Per tutti quelli che hanno scritto biglietti piangendo alle loro famiglie e anche per chi non lo ha fatto, lasciando domande eterne e senza risposte.
Per LORO... e per chi gli è vissuto accanto e non ha visto e non ne ha nessuna colpa.
Per LORO... e anche per chi gli è vissuto accanto e ha visto ma non è riuscito a salvarli perché non sempre si può.
Per LORO... e anche per chi invece fa finta che LORO non esistano, che non siano migliaia ogni giorno, in ogni parte del mondo e di tutte le cazzo di età.
Per LORO e per TUTTI.
Perché non voglio più sentire di mostri bui che spingono giù dai balconi o sotto un treno, che ti aprono la bocca per infilarti dentro pillole bianche e amare; che ti legano il cappio intorno al collo sussurrandoti che dopo andrà meglio.
Per LORO e per TUTTI quelli che quel mostro lo hanno visto o sentito aggrapparsi addosso con i suoi artigli disperati.
Perché sempre più persone facciano un passo indietro all'arrivo del treno, perché scendano dalle ringhiere, si liberino delle corde e inizino finalmente a correre verso tutta la vita che li aspetta, con tutto il fiato che hanno in corpo, con tutta l'anima che gli vive dentro, con tutto il sangue che scorre, il cuore che batte, i polmoni che strappano il fiato ad ogni respiro e... VIVANO.
Potentemente, profondamente, VIVANO.