Ma voi ve li ricordate, gli zampognari?
Io sì. Comparivano da nulla, poco prima di Natale. Camminavano lenti per le strade suonando le loro zampogne, indossavano mantelli neri e strani cappelli. Le loro facce erano rosse e dure, ma gli occhi erano dolci e liquidi, suonavano un po’ sognando e un po’ pregando, questa era l’impressione. Tornavano ogni anno, arrivavano sempre da paesi lontani, erano una promessa mantenuta. Erano lo spirito del Natale che cominciava a soffiare per le strade, insieme con la prima neve, con le luci che si accendevano, una volta, ovunque alle finestre e appese ai lampioni di quasi ogni strada della città.
Noi bambini eravamo affascinati, dagli zampognari. Io li guardavo appesa in punta di piedi alla ringhiera del balcone mentre percorrevano a lenti passi la via dove abitavo. Li salutavo, e loro salutavano me. A volte si fermavano sotto casa mia per qualche minuto e, in quel momento, quella musica era solo per me. Lo facevano per ogni bimbo o bimba che incontravano sul loro cammino. - Natale sta arrivando, bambini…-
Io sì. Comparivano da nulla, poco prima di Natale. Camminavano lenti per le strade suonando le loro zampogne, indossavano mantelli neri e strani cappelli. Le loro facce erano rosse e dure, ma gli occhi erano dolci e liquidi, suonavano un po’ sognando e un po’ pregando, questa era l’impressione. Tornavano ogni anno, arrivavano sempre da paesi lontani, erano una promessa mantenuta. Erano lo spirito del Natale che cominciava a soffiare per le strade, insieme con la prima neve, con le luci che si accendevano, una volta, ovunque alle finestre e appese ai lampioni di quasi ogni strada della città.
Noi bambini eravamo affascinati, dagli zampognari. Io li guardavo appesa in punta di piedi alla ringhiera del balcone mentre percorrevano a lenti passi la via dove abitavo. Li salutavo, e loro salutavano me. A volte si fermavano sotto casa mia per qualche minuto e, in quel momento, quella musica era solo per me. Lo facevano per ogni bimbo o bimba che incontravano sul loro cammino. - Natale sta arrivando, bambini…-
dicevano con la loro splendida musica. Natale sta
arrivando.
E…adesso?
E…adesso?
Adesso non ci sono più.
Lentamente hanno cominciato a sparire. Venivano sempre meno numerosi, respinti dagli sguardi freddi della gente, dai cuori induriti degli adulti che non hanno più nemmeno il tempo di far ascoltare una musica lontana ai loro bambini dagli occhi sgranati e meravigliati. Le città adesso sono quasi spente, poche luci hanno il coraggio di ornare le città…i comuni dicono che costano troppo, e poi a tante persone, addirittura, danno fastidio.
Lentamente hanno cominciato a sparire. Venivano sempre meno numerosi, respinti dagli sguardi freddi della gente, dai cuori induriti degli adulti che non hanno più nemmeno il tempo di far ascoltare una musica lontana ai loro bambini dagli occhi sgranati e meravigliati. Le città adesso sono quasi spente, poche luci hanno il coraggio di ornare le città…i comuni dicono che costano troppo, e poi a tante persone, addirittura, danno fastidio.
Fastidio.
Le luci di Natale.
Sapete io rispetto tendenzialmente ogni opinione,
almeno ci provo, anche quando è dura. Ma non ci riesco, proprio non ci riesco, a credere che sia
meglio il buio di mille e mille lampadine colorate accese.
Che sia più bello il silenzio di una musica magica e straniera.
Che sia più bello il silenzio di una musica magica e straniera.
Se non stiamo attenti, se diamo troppo retta ai cinici, rischiamo di spegnere
luci ben più vivide e importanti di quelle delle lampadine colorate appese ai
lampioni o alle finestre. Magari quelle che bruciano e brillano ricche di
speranza dietro agli occhi dei bambini, le stesse luci che animano i loro cuori
forti e coraggiosi.
Perché ci vuole coraggio, parecchio coraggio, a guardare noi adulti di oggi e
trovarci degli esempi di speranza e gioia e bontà.
Ci vuole coraggio a vedere la magia e la forza dello Spirito della bellezza nonostante noi, nonostante le nostre facce buie, i nostri cuori cupi.
Gli zampognari se ne sono andati, le luci di Natale sono sempre meno, le musiche che ogni tanto sbocciano qua e là per le strade come fiori dal cemento vengono zittite da mille volti ingrugniti…ma gli sguardi dei bambini resistono, resistono ancora.
Quelli non si sono ancora spenti, almeno per ora.
Ci vuole coraggio a vedere la magia e la forza dello Spirito della bellezza nonostante noi, nonostante le nostre facce buie, i nostri cuori cupi.
Gli zampognari se ne sono andati, le luci di Natale sono sempre meno, le musiche che ogni tanto sbocciano qua e là per le strade come fiori dal cemento vengono zittite da mille volti ingrugniti…ma gli sguardi dei bambini resistono, resistono ancora.
Quelli non si sono ancora spenti, almeno per ora.
Bellissimo post... E così tristemente vero! Io me li ricordo sì hli zampognari... Quando sentivo la loro musica pensavo che fossero i messaggeri di Babbo Natale che passavano a conferma che anche quell'anno la slitta sarebbe arrivata (è quello che mi raccontava mia mamma) e mi fanno ora pensare a ricordi lontani con un po' di malinconia. Non ricordo precisamente quando scomparirono, ma il suono della loro musica lo ricordo ancora! Non bisognerebbe permettere al cinismo di ucvidere la magia del Natale... Io nel mio piccolo continuo ogni anno a farla rinascere. Tanti auguri ^^
RispondiEliminaGrazie Lorenza...
EliminaSe ricordiamo ancora il suono della loro musica è perché erano, in qualche magico modo, importanti. Quante cose ci sono state tolte e sono state tolte al futuro...
E' triste, sì.