È qualcosa che somiglia al rumore
del gesso nuovo sulla lavagna, o del vetro quando si incrina, solo che a
rompersi è sempre qualcosa dentro di me.
Ogni notte di più.
Ogni notte, sì, lei viene da me
tutte le notti.
Ho paura che prima o poi la mia
mente comincerà davvero a sciogliersi, e allora forse lei smetterà di venire.
È per quello che viene, per farmi
impazzire.
Lei, con i suoi occhi che vedono
mentre dovrebbero essere ciechi.
Lei, con le sue gambe rigide che
dovrebbero star ferme, e invece la fanno camminare.
Come fa? Come fa a camminare?
Come fa?
Eppure la sento… sembra
strisciare. Sento il rumore di qualcosa che sfrega il pavimento, ma ogni volta
che la guardo è ferma.
Ferma in un posto, ogni volta
diverso, con il suo sorriso stupido e demente e i suoi occhi spalancati e
impolverati.
Una mano è sempre protesa verso di
me.
Vuole prendermi.
Non so se mi spiego.
Vuole prendermi per trascinarmi
nell’inferno da cui viene e da cui, chissà come, è riuscita a scappare.
Cosa vuole da me?
Oh, gliel’ho chiesto, ma non mi
risponde. Lei ride. Ride e basta. Ride sempre.
Sottovoce… ride."
Tratto da Magdalene, di Marina Lizzi
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